Mi rendo conto di affrontare un argomento molto complesso, e cioè quello dell’obesità degli adolescenti.
Complesso perchè netto è, spesso, il contrasto tra un problema di salute che si aggrava progressivamente e le radici socioculturali di cui siamo abboddantemente impregnati.
La prima domanda che tutti noi facciamo alla neomamma riguarda l’allattamento e l’ansia del nutrimento: da quel momento in poi accompagna senza “limiti” i genitori, gli zii e tutti e quattro i nonni con ricostituenti, vitamine, energetici di tutti i tipi che vengono regolarmente richiesti, ed è inevitabile, per molti, arrivare all’eccesso.
Tutti noi, nella nostra vita, siamo stati spettatori (la sorellina gracile) o vittime di “ansia da denutrizione” e, una volta diventati genitori, o abbiamo ripetuto la stessa esperienza con i nostri figli, o abbiamo dovuto lottare con tutti i parenti iper… calorici!!
Il mio atteggiamento sempre sdrammatizzante, mette in luce un atteggiamento verso l’alimentazione del bambino, che deve assolutamente essere cambiato; ascoltare le raccomandazioni del proprio pediatra per quanto riguarda la prevenzione, informarsi sulla qualità dei nutrienti energetici piuttosto che su quelli strutturali, le fibre, le vitamine, è importante, anzi, alla luce dei dati sull’aumento dell’obesità infantile, necessario.
E se, ormai il peso è scappato di mano, affrontarlo come si affronta l’influenza stagionale, o i dentini che crescono storti, senza perdere troppo tempo.
Prevenzione, consigli nutrizionali e movimento, quindi, per i nostri bambini-adolescenti normo o lievemente sovrappeso; ma un deciso intervento dimagrante da uno specialista dietologo in caso di obesità, per i quali, se non curati tempestivamente, si prospettano possibili danni conseguenti all’eccesso adiposo.
Infatti, per esempio, a differenza dei coetanei in buona salute, gli adolescenti obesi fanno registrare una marcata infiammazione a bassa intensità e valori elevati dei biomarcatori di sindrome metabolica. Le misurazioni sono state effettuate nell'ambito di uno studio danese pubblicato su Acta Pediatr.2012 - diretto da Rikke Juul Gøbel dell'università di Copenhagen - su 51 ragazzi dai 12 ai 15 anni obesi e su 30 di pari età e peso nella norma.
I risultati sono in linea con altri studi che avevano rilevato livelli più elevati di pressione sanguigna, insulina, insulinoresistenza, C-peptide, colesterolemia totale, Ldl, trigliceridi, proteina C-reattiva, interleuchina-6, tnf-alfa e livelli inferiori di colesterolo Hdl tra gli adolescenti obesi rispetto ai normopeso. Inoltre, tra gli adolescenti obesi, fattori di rischio quali il colesterolo Ldl e la proteina C-reattiva sono apparsi associati positivamente con gli z- scores del body mass index. È stata anche trovata un'alta prevalenza di sindrome metabolica, pari al 14%, tra gli adolescenti che soffrono di obesità; inoltre, le misure di proteina C-reattiva sono risultate associate in modo positivo alla maggior parte delle misure antropometriche nel gruppo obeso.
Secondo i ricercatori, l'elevata percentuale dei casi di sindrome metabolica in questa popolazione sottolinea la necessità di arrivare a una maggiore conoscenza delle cause e dei meccanismi che si associano ai fattori di rischio e di intervenire con programmi specifici per ridurne la prevalenza tra gli adolescenti.